domenica 18 gennaio 2015

Vacanze d'antan - Sicilia 1984

Parlare di vacanze estive in questo periodo dell'anno può sembrare quantomeno improprio, a meno che non si tratti di vacanze così lontane che appartengono solo al mondo dei ricordi,  tanto fragili ormai da assomigliare a quelle violette chiuse tra le pagine di un libro letto tanto tempo fa e che, ritrovate ora, sembrano quasi impalpabili.

Dopo aver esplorato la parte estrema dell'Italia peninsulare , la  meta per le vacanze dell'84 non poteva  essere che la Sicilia. Impossibile visitarla tutta in poco più di 20 giorni, così decidemmo di  concentrarci sulla parte sud-orientale.
Il nostro punto di riferimento sarebbe stata Graziella, amica e collega, siciliana doc, trapiantata al nord per lavoro e per amore.
Ogni anno Graziella trascorreva  gran parte dell'estate dai genitori nel suo paese d'origine in provincia di Catania, perciò si era offerta di indicarci le località più interessanti di quella parte dell'isola.

Partiti il 25 luglio alle ore 17.50, ritrovo sul mio diario di viaggio le tappe di un percorso lunghissimo, 1.410 km, con arrivo a Capo d'Orlando all'alba del 27 luglio !!
Bastava però guardare quel mare azzurro e quella spiaggia dorata per smaltire tutte le fatiche del viaggio. 



Il campeggio era confortevole, ordinato e pulito, con zone d'ombra dove era piacevole trovare riparo nelle ore più calde del giorno e scambiare quattro chiacchiere con gli altri ospiti.
Graziella stava trascorrendo con la famiglia una breve vacanza a Lipari e l'arcipelago delle Eolie stava proprio di fronte alla nostra spiaggia, così dopo qualche giorno di ambientamento, raggiungemmo gli amici con il traghetto in partenza da Milazzo.

















Fabio e Maxi erano contenti di ritrovare i loro amici e non si stancavano di raccogliere quegli insoliti sassi spugnosi , leggeri , e a volte neri come il carbone, che sostituivano la comune sabbia. Credo che in solaio ce ne sia ancora qualche esemplare...
Fu una giornata molto piacevole da ricordare.

A volte, in alternativa alla spiaggia, con la nostra Fiat Campagnola facevamo qualche escursione lungo la costa, dove era facile trovare speroni di roccia alternati a conche sabbiose, oppure, per cambiare prospettiva, facevamo lo stesso percorso via mare con il gommone.










In genere la sera eravamo troppo stanchi per uscire, salvo che non ci fosse qualcosa di speciale come quella rappresentazione dell'Edipo Re al teatro greco di Tindari.



Ricordavo vagamente i primi versi della poesia di Quasimodo Vento a Tindari

Tindari, mite ti so
fra larghi colli pensile sull'acque
delle isole dolci del dio,
oggi m'assali
e ti chini in cuore.....

Il piccolo teatro greco si trovava in una posizione davvero speciale, proprio, come diceva il poeta, "pensile sul mare",



e poichè quella sera c'eravamo avviati per tempo, oltre allo spettacolo in programma, ci godemmo anche quello ancor più suggestivo del sole che piano piano scivolava nel mare.




Il 9 agosto lasciammo il campeggio per portarci sulla parte orientale dell'isola, in direzione Taormina, una località davvero unica.










Per scendere al mare c'era un ascensore  che strisciava lungo una parete di roccia nera come la pece, insomma una discesa da brividi !!!
Più rilassante la sosta a Giarre con tanti negozi pieni di pupi siciliani di ogni tipo


un souvenir che ancora oggi ci aiuta a ricordare quella vacanza.

Per muoverci meglio tra le località che intendevamo visitare, fissammo il campo base non lontano da Siracusa , in un campeggio chiamato A'Massaria.



"Siracusa è stata tra le metropoli più grandi del mondo antico e tra le più grandi polis del mondo greco. Inoltre, per oltre un millennio, fino alla conquista islamica della Sicilia, è stata la più importante città siciliana ed il capoluogo dell'isola nel periodo romano ed in quello bizantino."
Scusate se è poco...
Con questo patrimonio storico alle spalle, la città non poteva certo essere visitata in quattro e quattr'otto. D'altra parte il tempo a disposizione non era molto, così dopo una sosta al teatro greco

una nostra diap un po' bruttina

meglio un'immagine ufficiale...

e al vicino Orecchio di Dionisio, una grotta artificiale che si trova nell'antica cava di pietra detta latomia del Paradiso, su esplicita richiesta di Fabio e Maxi che erano rimasti colpiti dalla sua storia,







( secondo la tradizione il tiranno Dionisio fece scavare la grotta per rinchiudervi i prigionieri e appostandosi all'interno di una cavità superiore, ascoltava i loro discorsi. Grazie alla sua forma infatti, la grotta possiede caratteristiche acustiche tali da amplificare i suoni fino a 16 volte) e dopo aver ammirato le gigantesche magnolie nei parchi cittadini,




optammo per percorsi alternativi particolarmente suggestivi : la necropoli di Pantalica e le rive dell'Anapo e del Ciane.







La necropoli rupestre di Pantalica è una località naturalistico-archeologica dall'atmosfera surreale. E' uno dei più importanti luoghi protostorici siciliani, utile per comprendere il momento di passaggio dall'età del bronzo all'età del ferro nell'isola. Passare tra quelle centinaia di bocche di pietra spalancate fa accapponare la pelle, ma nello stesso tempo suscita un sentimento di rispetto e riverenza.

Più rilassante l'esplorazione delle rive dell'Anapo e del Ciane.
L'Anapo è un fiume a carattere torrentizio che scorre per una quarantina di chilometri, mentre il Ciane è un breve corso d'acqua perenne che si ricongiunge all'Anapo poco prima della foce.

La flora fluviale di questi due corsi d'acqua è particolarmente ricca ed unica nel suo genere, basti pensare che la pianta fluviale siracusana tipica per eccellenza è il Papiro, pianta molto rara in Europa , che cresce solamente in questo lembo di Sicilia.







 Un luogo come questo non poteva che scatenare la cupidigia dei fotografi dilettanti a caccia di rarità e di immagini che oggi definiremmo " into the wild"....


























Ogni stelo, ogni farfalla o mosca, ogni vermiciattolo fu immortalato quel giorno per la gioia dei posteri che avrebbero potuto contare su diversi caricatori di diapositive sull'argomento. Che fortuna !!

La visita ad Agrigento ed alla sua valle dei templi fu decisamente più tradizionale.
Devo dire che all'epoca ,al di là dell'innegabile solennità insita in quei resti archeologici, il sito era visibilmente trascurato e privo di qualsiasi presidio o attenzione alla salvaguardia di un patrimonio di inestimabile valore. 









 



Certo non è impresa semplice gestire con cura una superficie di 1300 ettari che ospita, tra ulivi secolari e mandorli, i resti dell'antica colonia greca chiamata Akragas, fondata nel VI secolo a.C. da coloni provenienti dalla vicina Gela e da Rodi.

Fortunatamente nel 1997 la Valle dei templi fu dichiarata dall'Unesco patrimonio dell'Umanità ed auspico dunque che oggi venga riconosciuto a questo importante sito archeologico tutto il rispetto che merita. 











Come ultima tappa turistica di quella vacanza siciliana, Graziella ci aveva suggerito  Piazza Armerina e in particolare la Villa del Casale,
una dimora rurale tardo-romana famosa per i suoi 3.500 mq di mosaici.
Anche questo sito è stato riconosciuto dall'Unesco nel 1997 patrimonio dell'Umanità e anche qui, come ad Agrigento, nel 1984 si poteva solo intuire quella che sarebbe stata la bellezza del luogo, una volta compiuti gli opportuni restauri.









Di quella visita sono rimaste solo alcune diapositive con i figuranti del Palio del Saraceno, una manifestazione che si tiene ogni anno a Ferragosto a Piazza Armerina.








La nostra vacanza era ormai giunta al termine, restava giusto il tempo per una breve visita ai genitori di Graziella, per apprezzare  una volta di più l'ospitalità di quest'isola e dei suoi abitanti.
E' sempre bello ritornare a casa, tuttavia in quell'occasione sentivamo il rammarico di non aver potuto conoscere e gustare tutte le bellezze naturali, culturali ed artistiche di questa terra benedetta dal Cielo.











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