sabato 10 ottobre 2015

Vacanze d'antan - Gran Bretagna 1987

Per una serie di circostanze diverse, il 1986 era scivolato via senza la solita vacanza estiva, a parte qualche anonimo giorno in montagna; avevamo avuto però un sacco di tempo per pensare alle vacanze future.
Nonostante fossimo abbastanza soddisfatti di quelle passate, sentivamo il bisogno di un cambiamento, di qualcosa che ci permettesse di muoverci più speditamente, di attraversare le città senza manovre complicate, di sostare e ripartire con facilità. I bambini erano diventati ragazzi e partecipavano sempre più attivamente ai nostri progetti . La vecchia roulotte aveva fatto un buon servizio ma era arrivato il momento di rimpiazzarla con qualcosa di più moderno. Così si decise di comprare un camper.
L'impegno economico non era indifferente, ma sul lungo periodo si sarebbe rivelato un buon investimento.

Il camper era proprio come una seconda casa e ci avrebbe portato in tanti posti che non avremmo mai potuto conoscere così da vicino in nessun altro modo. Già prima della partenza c'era l'eccitante fase della programmazione, la scelta delle mete e degli itinerari per raggiungerle, la raccolta di informazioni e poi, durante il viaggio, le conferme e le sorprese, gli incontri "occasionali" e lo scambio di esperienze con altri camperisti, i contrattempi e a volte le delusioni, e infine i racconti, i ricordi, le foto e ...gli appunti sul mio immancabile diario di viaggio.




La meta scelta per la nostra prima vacanza in camper sarebbe stata prudentemente la Gran Bretagna, perchè in parte l'avevamo già visitata, per una certa familiarità con la lingua e perchè in caso di difficoltà avremmo potuto fare affidamento su Tom e Cynthia,una coppia di carissimi amici di Liverpool. 
Avevo letto su una rivista ( non turistica) il racconto di un viaggio in quel paese che mi aveva incantato e così avevamo deciso di adottarlo in gran parte per la nostra vacanza. 

Dopo aver attraversato la Svizzera e la Germania per 1.375 Km, eccoci in Francia a Dunkerque, a 10 km dal confine con il Belgio, pronti per attraversare la Manica. La nave traghetto ci sbarca a Ramsgate; subito ci si presenta il tipico cielo d'Inghilterra, azzurro ma non completamente terso, con qualche bianca nuvoletta dall'aria falsamente innocente, pronta a scaricare all'improvviso il suo piccolo carico di pioggia.
La prima tappa del viaggio ci porterà a  Cambridge, ma lungo il percorso non possiamo tralasciare di fare un sosta per il primo fish & chips e una visita alla cattedrale di Canterbury.
 




Dopo una notte tranquilla in campeggio, siamo pronti per visitare  la cittadina. Nonostante siano trascorsi molti anni da una mia lontana vacanza studio, Cambridge non è molto cambiata : la stessa atmosfera raccolta, i prati ben tenuti, gli anatroccoli che nuotano indisturbati nel Cam; l'unica differenza è l'assenza quasi totale degli studenti che di solito vanno e vengono dai college a piedi o in bicicletta o approfittano di un pomeriggio di sole per studiare sui prati vicino al fiume. Immagino che ora siano in vacanza. Chissà se vige ancora per loro il divieto di calpestare i prati interni dei college se non sono accompagnati da un professore...






Il tempo ha scolorito le foto ma a me bastano per ravvivare i ricordi. Le diapositive sono decisamente migliori, ma il mio convertitore è modesto o forse sono io che non riesco a miscelare come si deve il rosso, il verde e il blu.






La prossima tappa è York, meta finale la Scozia.

La strada che porta verso nord è praticamente un lungo rettilineo. Sono quasi certa che sia stata costruita su quella tracciata dai Romani, quando le legioni dell'Impero avanzavano alla conquista dell'isola. Mi piace pensare che, a differenza di altri popoli, i nostri antenati abbiano lasciato dietro di sè una traccia  indelebile della loro civiltà.

Attraversiamo un tratto della Nottingham Forest. Fabio e Maxi rievocano le letture della loro infanzia e si divertono a guardare con attenzione dai finestrini del camper, caso mai spuntasse qualche moderno Robin Hood attorniato dalla sua banda. Ai margini della strada compaiono spesso  cartelli che invitano a comprare fragole dopo averle raccolte direttamente nei campi , una primitiva forma di vendita a Km zero, che ha avuto molto successo nel tempo, tanto da essere definita oggi con il semplice acronimo PYO (pick your own).


York è conosciuta per la sua stupenda cattedrale, la chiesa medievale più grande d'Inghilterra. Costruita tra il 1220 e il 1480 sui resti di una precedente basilica romana, è un vero capolavoro di arte e ingegno.




York Minster conserva la più grande lastra di vetro al mondo. Grande come un campo da tennis, la vetrata è montata su una finestra conosciuta come "grande Oriente", creata da John Thornton.
Da citare anche il rosone nel transetto sud che risale al 1500 circa e commemora l'unione delle case reali di York e Lancaster a lungo rivali nella ben nota "guerra delle due rose".






Le mie foto sbiadite non rendono giustizia a questo stupendo monumento ... forse con queste altre immagini vi convincerete della sua gotica bellezza.










York è una città molto carina. Dopo aver pranzato in un pub ( non abbiamo ancora familiarizzato completamente con la cucina inglese), passeggiamo per gli "shambles", le tipiche stradine su cui si affacciano i negozi e i locali caratteristici della città. Fortunatamente riesco a recuperare qualche diapositiva.




  










 Con il passare dei giorni , e dei kilometri, acquistiamo sempre più dimestichezza con la lingua e la moneta; la guida a sinistra invece  crea ancora qualche problema a Franco, soprattutto agli incroci o ai rondò, ma fino ad ora fortunatamente non abbiamo causato o subito incidenti.




Leggo dal mio diario di viaggio" V giorno. 27/07/87 h.19
Dopo aver percorso 2422 Km. siamo a Jedburgh,  in Scozia e la A68 è bellissima"

La A68 è la strada che , dopo aver attraversato la zona rurale del Nurthumberland, in Inghilterra, passa per Jedburgh e altre  città dei Borders per arrivare fino a Edimburgo.






Oggi probabilmente è cambiata, ma nel 1987 questa strada, a una sola corsia di marcia, era delimitata ai lati da bassi muretti di pietra a secco, oltre i quali lo sguardo si perdeva in una serie infinita di prati e pascoli. La strada si presentava come un rettilineo tronco, fintanto che, come dal nulla, vedevi emergere la sagoma di un veicolo che proveniva dalla carreggiata opposta. Solo dopo il ritorno da quel viaggio ho saputo che questa strada deve la sua fama proprio a un eccesso di "blind summit", cioè di dossi in serie che creano questo effetto ottico incredibile. 




Melrose è a due passi da Jedburgh e, credetemi, si respira aria di Scozia in ogni angolo: il cielo, i colori, la temperatura, la musica, il cibo, tutto è rigorosamente "made in Scotland", e come potrebbe essere diversamente ?!? 




Ci sono molte cose da vedere in questa prima tappa in Scozia, l'antica abbazia cistercense di Malrose, la dimora di Walter Scott, i laboratori artigianali dove si lavora la lana lungo la Tweed Trail, una banda che suona occasionalmente in piazza, le celebrazioni per un personaggio amato come Queen Mary, regina degli Scozzesi ( e non  di Scozia) come la definiscono qui.







Quella che si respira è un'atmosfera serena, pulita, fatta di mamme che portano i loro bambini a fare un picnic sul prato dei giardini pubblici, di negozianti cortesi e sorridenti, di soldati che non ostentano armi, ma un simpatico gonnellino.






  








Quasi con rammarico ci dirigiamo verso Edinburgo.

Forse perchè il cielo si è riempito di nuvole basse cariche di pioggia, forse perchè i palazzi e i monumenti della capitale sembrano anneriti dalla polvere di carbone, Edinburgo ci appare cupa e triste, in netto contrasto con l'ultimo tratto di strada percorso, in mezzo a prati di smeraldo e pecorelle al pascolo.














Saliamo al castello sulla collina per avere una veduta panoramica della città e scattare qualche foto, ma presto riprendiamo la strada
verso le Highlands e raggiungiamo Aviemore, un importante centro turistico famoso soprattutto per la pratica di sport invernali.

Il mattino di buonora ci prepariamo a visitare quella che crediamo sia la parte più suggestiva del nostro itinerario : laghi, castelli, fiordi e non mancherà certo un po' di pioggia.




Franco borbotta per questi piccoli frequenti rovesci che portano un'aria novembrina, ma a me non dispiaciono, anzi, specialmente se piove la sera, il camper diventa un posto accogliente dove scambiare le impressioni su quello che abbiamo visto, fare una partita a carte, leggere  il libro con le storie di fantasmi a cui Maxi si sta appassionando dopo la visita ai castelli.



 

 
 







Loch Ness è proprio come viene rappresentato nelle immagini ufficiali, grigio e silenzioso. Un filo di vento increspa leggermente lo specchio dell'acqua e, anche se nessuno ci crede, tutti allungano il collo aspettando che Nessie si faccia vedere.







Maxi non sembra molto rilassato...


A Loch Lomond sembra esserci più vita forse perchè sulla sponda c'è un bel campeggio.



Più saliamo verso nord più il paesaggio ingrigisce. A Inverary mare e cielo si fondono come fossero una sola parete d'acciaio e il sole, che di quando in quando compare, getta una luce giallastra come quella di un vecchio lampione.



 


Più rilassante l'atmosfera dei castelli.
A Cawdor Castle ad esempio, al di là dell'aspetto austero dell'edificio, sembra di essere in una tenuta di campagna in cui il padrone, benchè di stirpe nobile, segue le coltivazioni, i pascoli, le greggi e le mandrie delle sue terre accanto al suo fattore.

Ora che abbiamo visto i diversi aspetti della Scozia, è tempo di fare il giro di boa per dirigerci verso casa.
Gretna Green è la nostra ultima tappa in territorio scozzese, dopo aver percorso 3.106 kilometri.
Gretna Green, come tutti sanno, è una località famosa nel mondo per i matrimoni. Ne vengono celebrati circa 5.000 ogni anno, quasi tutti da coppie minorenni, perchè qui non vale la legge vigente nel Regno Unito che esige per le loro unioni il consenso dei genitori.
Chissà quante storie ha visto questa casetta bianca e chissà quanti di questi matrimoni precoci hanno avuto lunga vita....


Il nostro itinerario prevede per il ritorno un percorso diverso rispetto a quello dell'andata perchè, dopo aver attraversato il Lake District, la terra dei laghi e dei poeti romantici, puntiamo verso Liverpool dove vivono i nostri amici Tom e Cynthia.

Ogni anno Tom e Cynthia trascorrono un paio di settimane di vacanza in Italia e sono sempre nostri ospiti per un week-end . Ora si faranno in quattro per ricambiare.
Così come noi abbiamo mostrato loro le bellezze del nostro paese e della nostra tradizione culinaria, i nostri amici ci portano nei loro locali tipici (sulla loro tradizione culinaria stendiamo un velo pietoso...) 



e ci accompagnano a visitare un tratto del Galles che è poco lontano da Liverpool.


Da una cittadina sul mare dal nome impronunciabile, ricca di barche e gabbiani, saliamo con un vecchio trenino sulle verdi colline circostanti da cui si gode  uno splendido panorama.











Ciò che più colpisce è l'atmosfera agreste di queste colline dove le pecore pascolano liberamente e si avvicinano senza timore ai turisti.


Siamo partiti da casa ormai da dodici giorni, ma la percezione del tempo è così diversa  quando si è in viaggio che ci sembra di averlo fatto almeno un mese fa. Un po' di nostalgia si fa sentire , ma ci sono ancora tante cose da vedere.
Il lunedì mattina salutiamo Tom e Cynthia e ci diamo appuntamento per la prossima estate a casa nostra. Sulla strada per Londra ci fermiamo per una breve visita a Oxford.








Oxford ha tutto il fascino tipico delle piccole città universitarie, anche se nel complesso ci appare un po' più austera e meno verde di Cambridge.
Verso sera ci fermiamo in un bel campeggio nei pressi di Wimbledon. Sosteremo qui per un paio di notti.Domani mattina  raggiungeremo Londra con i mezzi pubblici e la visiteremo in libertà , senza problemi di traffico e parcheggi.
Il contakilometri del camper ci dice che abbiamo percorso 3.804 kilometri.





Londra è Londra e non ti stanchi mai di vederla, così British e multietnica allo stesso tempo, tradizionalista e modaiola, con un traffico caotico e parchi lussureggianti. Certo è impossibile visitarla in un giorno solo, ma vogliamo che i ragazzi ne vedano gli angoli più famosi e suggestivi così,quando saranno cresciuti, se lo vorranno, ci torneranno per conoscerla meglio.

Il Tamigi,il Big Ben, Piccadilly, la Torre, Harrod's, Hyde Park, il cambio della Guardia e tanto altro ....su e giù dai double deckers e nella pancia della metropolitana e all'ora di pranzo non ci lasciamo sfuggire un ottimo angus beef con patatine of course...







L'itinerario del viaggio che avevamo programmato si conclude  qui, ma ci separano ancora molti kilometri da casa e non è detto che la strada del ritorno non ci offra qualche gradevole  sorpresa. 

A Dover ci aspetta un modernissimo overcraft che ci farà scivolare dolcemente sulle onde della Manica.






 Riprendere la guida a destra è molto rilassante, così come ascoltare un idioma quasi familiare. Ci fermiamo per la notte a Beaumont-sur-Oise e ci rendiamo conto che Parigi è più o meno dietro l'angolo. I ragazzi non l'hanno ancora vista, perché non approfittarne?!?




Percorrere i boulevards con il camper non è un problema, motivo in più per non rimpiangere la vecchia roulotte.










Così come Londra, anche Parigi non può essere visitata come si deve in un giorno, ma se proprio si vuol avere una veduta d'insieme basta salire sull'ascensore della Tour Eiffel e lo spettacolo è assicurato.

















 Di buon mattino riprendiamo il cammino verso sud, ma quanto è grande la Francia !! dopo aver superato Lyon e Valence, la Provenza ci viene incontro con i suoi profumi. Ci fermiamo per la notte a Solon de Provence, il paese di Nostradamus e al risveglio ci lasciamo alle spalle le brume del nord, la pioggia, il mare slavato e le giacche a vento e ritroviamo la nostra estate, quella mediterranea, fatta di sole, di mare azzurro, di sabbia calda. Passiamo la giornata sulla spiaggia ma la sera, per evitare la ressa della costa, saliamo in collina e ci concediamo ancora un giorno di vacanza al camping Les Cigales , immerso nel verde dei pini marittimi e della macchia mediterranea.







Sul mio diario di viaggio trovo scritto:
19° giorno 10/08/87 - Partenza h.9.30, attraversiamo Nizza e alle 13 siamo al confine . Km percorsi 5.680.
E adesso parte il conto alla rovescia dei ragazzi :Italia , Lombardia, Bergamo, Curno, CASA.
Per quanto bella sia la vacanza, il momento più bello è ritornare nel proprio piccolo mondo domestico.