domenica 28 aprile 2019

Storia di un libro senza storia







Il pane e i libri non si buttano mai. Non è una legge scritta ma un imperativo categorico e, senza tirare in ballo la filosofia, è così e basta.


Con il pane secco in cucina si possono fare tante cose buone e un libro può sempre essere scambiato, regalato, prestato, dimenticato, amato, odiato, venduto, ma MAI buttato. Perfino a un libro lungo e noioso va risparmiato il sacco della spazzatura; caso mai, come sostiene  Dindi, può finire nella biblioteca di un  carcere, tanto lì di tempo ce n'è....

Io ho sempre cercato di conservare i miei libri, quelli dell'infanzia, dell'adolescenza, quelli che mi sono piaciuti, quelli mai letti e quelli che non rileggerei nemmeno sotto tortura e quelli più cari ovviamente.

La stessa cosa ho fatto con quelli dei miei figli. Loro oggi non hanno più tempo per riguardarli, ma io sì, e risfogliarli è un po' come ripercorrere un tratto della mia vita e risvegliare ricordi lontani, come è successo ieri.
Erano i primi anni '70 e ci eravamo trasferiti da poco a Treviso per motivi di lavoro ; a Franco, mio marito, capitò di dovere andare qualche giorno a Budapest. A Fabio, nostro figlio, che aveva un paio d'anni, forse tre , piaceva molto sfogliare i libri per i più piccoli e scarabocchiarli un po', così chiesi a Franco di portargliene uno in regalo dall'Ungheria, e così fece.









A Fabio il libro piacque parecchio perché le illustrazioni erano a misura di bambino e la storia... bèh , la storia non c'era - o meglio - c'era, ma era scritta in ungherese... che, dicono, sia una delle lingue più difficili da decifrare...










Allora ne improvvisai una, forse più d'una, perché le immagini parlavano di una famigliola, di bambini, di genitori, di nonni, di giochi, di casa, di una realtà domestica molto simile alla nostra.

Ora però, ritrovandomi il libro fra le mani dopo tanti anni, vorrei sapere qualcosa di più su chi l'ha scritto e su chi l'ha illustrato.

Come si legge sulla copertina, l'autrice è Janikovszky Eva e l'illustratore è Réber Laszlo Rajzaival.




Il profilo della prima su Wikipedia è di poche righe, rigorosamente in lingua ungherese. Gli unici riferimenti comprensibili sono l'anno di nascita -1926- e quello di morte -2003.

Il profilo della prima su Wikipedia è di poche righe, rigorosamente in lingua ungherese. Gli unici riferimenti comprensibili sono l'anno di nascita -1926- e quello di morte -2003.

In rete si trovano molte immagini di questa signora,  legate a notizie, interventi, mostre, pubblicazioni, ma nessuna in inglese, in francese , in spagnolo o in italiano ; eppure di libri  per bambini deve averne scritti davvero tanti a giudicare dalle copertine, dai titoli,  e soprattutto proprio dal suo volto, ripreso in varie stagioni della sua vita, né la sua collaborazione con Réber Laszlo, l'illustratore,  deve essere stata occasionale.

Purtroppo lo stesso mistero avvolge anche quest'ultimo, presente con molti dei suoi disegni su Pinterest , dove viene definito a great Hungarian Illustrator.





Ho cercato collegamenti ai siti che pubblicano immagini dei suoi disegni per sapere qualcosa di più sulla sua produzione, ma senza successo.

Ora però, nonostante la ricerca sia stata davvero frustrante,  posso dire con soddisfazione di aver  imparato che in ungherese:

Anyukàm = mamma     Apukàm = papà
Nagymamàn = nonna    Nagypapàm = nonno
Kistestvérem = sorellina

E' più di quanto sapessi quarant'anni fa, quando per Fabio inventavo una storia che non c'era. E se riprovassi ora???

La tentazione è forte, ma non c'è più un bambino disposto ad ascoltarla, e le mie parole, anche se comprensibili, sarebbero probabilmente superflue, proprio come lo sono quelle dell'autrice per chi non conosce la lingua magiara.

A me sembra che la forza di questo libro sia proprio nelle immagini, semplici e accessibili a tutti, piene di quotidianità,  con qualche tocco di poesia ( le corse nei prati, palloncini che volano...).

Le figure disegnate con tratti semplici e matite colorate sono denominatori comuni a tante generazioni di ex-bambini, anche in paesi diversi, perché i bambini sono bambini, ovunque.

Tutti fanno dispetti e combinano guai , tutti amano festeggiare il compleanno in compagnia dei nonni, tutti si addormentano ascoltando i loro racconti, quanto meno,vorrei che fosse così per tutti. E allora, bando alle ciance, e scorriamo le immagini, sperando che possano donarvi  momenti di serenità. 





































































































































E se qualcuno di passaggio in questo blog, avesse notizie dell'autrice e del disegnatore di questo libro, e desiderasse condividerle con noi, avrebbe certamente tutta la mia gratitudine.





venerdì 5 aprile 2019

Villa Luisa




A pochi chilometri fuori città, sulla strada che porta al Lago d'Iseo c'è Villa Luisa, così almeno sta scritto in maniera un po' dimessa sul cancello d'ingresso.



Addossata alla collina e circondata da filari d'uva vestiti coi colori dell'autunno, questa dimora assomiglia a una vecchia signora, bella ed elegante in gioventù, ma ora sulla via del tramonto.
 
 
 
 
 
 


 
 
Ho cercato di scoprire la sua storia ma non ho trovato niente di significativo sul  suo passato, eppure deve averne avuto uno importante ; lo stesso quotidiano,  che promuoveva la mostra evento nel fine settimana, la citava genericamente come villa palladiana, senza aggiungere altro.
 
 
 
 
Non solo la villa, ma anche il grande giardino antistante, stimolano la fantasia ad immaginare tempi passati di ricchezza e splendore , ma mostrano poi le tracce di una malinconica decadenza .
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

Ovviamente il mio giudizio è superficiale : il piano nobile non è aperto al pubblico e, per quel che so, potrebbe essere fantastico, così come posso ben immaginare quanto debba essere costoso e complesso il restauro dell'intero edificio.
 
A parte il filo di tristezza per chi è stato relegato dietro l'angolo, oggi a Villa Luisa, oltre al bel cielo azzurro  e al sole tiepido, c'è aria di vita perché è stato organizzato un evento.
 
 
 
 
 
Lo so, corro il rischio di apparire pedante, ma per me il termine Arte è da prendere con le molle, perciò preferisco dire che qui , oggi, sono presenti creatività e fantasia.

 
 
 
 
Da apprezzare sono certamente i lavori in legno, materiale che adoro, esposti nel laboratorio


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
così come l'originalità delle tecniche alternative nelle coltivazione delle piante o nella lavorazione di altri materiali.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 Quanto al brocante, ci sono in esposizione e vendita oggetti d'arredamento e capi d'abbigliamento che mi sembrano familiari ... molto simili ahimè a quelli che ho ancora nell'armadio... 
 
Decisamente anticonvenzionale l'arredamento del giardino : c'e sicuramente spazio per una piscina nel prato, ma dev'essere sembrato più originale metterci una barca. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La cosa più bella ? I frutti di questa secolare magnolia.
 
 
 
 

 
La cosa più buona ?
 
 
 
 
 
 

Il grande valore della sapiente tradizione contadina !!
 

A parte la curiosità "sospesa" per mancanza di notizie sulla storia della villa, che spero di poter soddisfare a breve, è stato gradevole e rilassante  restare  a Villa Luisa per un paio d'ore .