Quante
volte mi sono detta come sarebbe bello avere una stanzetta tutta mia da
usare quando mi prendono gli attacchi di puntocrocettite, un posto dove
tenere "allo scoperto" aghi, fili, schemi, tessuti o semplici idee
scarabocchiate su un foglio a quadretti, un posto dove poter lasciare un
lavoro interrotto, quando improvvisamente mi accorgo che è ora di
preparare il pranzo, oppure il telefono squilla o suonano alla porta, un
posto dove poter tornare e trovare tutto come l'ho lasciato per poter
riprendere a crocettare ancho solo per cinque minuti....
Parlare
di sogno mi sembra francamente esagerato, grande desiderio mi sembra
più appropriato. Sta di fatto che anche quando avrei avuto l'opportunità
di soddisfarlo mi sono fatta da parte e ho lasciato che altri in
famiglia, precedendomi, occupassero lo spazio disponibile per
soddisfare i loro desideri.E allora chiamiamolo piccolo sogno destinato a
rimanere tale, però...
Anch'io mi ero cimentata con qualcosa di simile, affidandomi però agli spazi più ampi di una casetta di legno.
In solaio avevo da tempo proprio uno di questi cassetti che Dindi aveva comperato per me in un mercatino, ma non sapevo come gestirlo con tutti quegli spazi angusti...
Con il passare degli anni il povero cassetto, consapevole della sua inutilità, diventava sempre più depresso e anch'io intristivo dietro al mio piccolo sogno. Ma ecco l'dea: con un minimo impegno avrei potuto ridare dignità al cassetto e regalare a me stessa un surrogato del piccolo sogno.
Per il cassetto ho ricamato tutte le lettere dell'alfabeto, felici di aver ritrovato la vecchia casa , per me ho ricamato gli attrezzi del mestiere, la macchina da cucire, il cestino da lavoro, le tessere per il patchwork, le scatole portatutto e negli spazi piu angusti ho infilato i raccoglitori degli schemi, gli scampoli di tessuto country, le tele tinta unita e altro ancora.
Dicono che la felicità stia nelle piccole cose : con questo lavoretto ne ho sentito quantomeno il profumo.