sabato 22 agosto 2015

Anni Cinquanta: la spesa

Anni cinquanta. La scuola elementare chiude a metà giugno e riaprirà all'inizio di ottobre. La maestra assegna qualche compito per le vacanze ma saranno in pochi a ricordarsene. D'estate i maschi più grandicelli lavoreranno nei campi se la loro famiglia è contadina oppure faranno il garzone in qualche bottega, per imparare un mestiere. L'idea è che prima si lavora, meglio è.

Nella mia famiglia siamo tutte femmine, tranne mio padre naturalmente, e anche noi abbiamo i nostri incarichi da svolgere : mia sorella Raf fa la segretaria nello studio di un ragioniere e la Nicoletta deve far la spesa tutti i giorni. Mia sorella Alma, che è la prima, si è sposata qualche anno fa e ha lasciato il posto alla sua bambina più grande, che si chiama Dindi, detta " la vespa", così mia sorella Annamaria ed io abbiamo il compito di fare le zie.
A me non piace tanto questo lavoro perchè con la scusa che Dindi è piccola, le danno sempre ragione. Mi piace di più accompagnare mia sorella a far la spesa, perchè in quel caso la piccola sono io.

 

La spesa bisogna farla tutti i giorni perchè non tutti hanno il frigorifero e il cibo potrebbe rovinarsi e poi anche il pane resta fresco solo per un giorno e, se avanza, nessuno vuole più mangiarlo. A volte alla domenica, quando il negozio del panettiere è chiuso, la mamma lo mette nel forno e lo biscotta e infine lo fa diventare pangrattato.
Bisogna pensare bene quanto comprarne, né troppo né troppo poco.
Quando viene da noi la Dindi, bisogna comprarne di più, perchè a lei piace moltissimo e quando esagera , mia sorella deve mettere il cestino in alto sopra la credenza, dove la vespa non può arrivare, nemmeno se sale in piedi alla sedia. Un giorno la sua maestra le ha chiesto di inventare una preghiera per Gesù e lei ha scritto "Signore, fa che la zia Nico mi dia il pane." !!!

 

 I pasti nella nostra famiglia sono fatti di cibi semplici e genuini. La mamma prepara la pastasciutta con il ragù, il risotto giallo, a volte anche quello bianco bollito se qualcuno di noi non sta tanto bene, la frittata, i nodini di vitello, la cotoletta, il pollo, la polenta e per la sera il minestrone di verdure con il lardo, ma a me piace di più il caffelatte.
Mio padre è cresciuto in una famiglia numerosa e non gli vanno i cibi troppo complicati, Il suo piatto preferito è l'uovo fresco crudo. Lo mette nel portauovo, lo picchietta sulla testa per romperlo e poi toglie piano piano un po' del guscio, così può metterci il sale e pescare con il pane il tuorlo e l'albume.
Mia madre invece è felice quando qualcuno che è stato al suo paese le porta un pentolino di "casola". Scende nel seminterrato, lo mette su un fornellino per scaldarlo e poi si gusta il contenuto in santa pace e in casa non resta nemmeno un po' della puzza del cavolo che mio padre non sopporta.



 Papà ritorna dall'ufficio con il tram puntualmente alle dodici e mezzo e gli piace trovare tutto pronto per il pranzo. Cinque minuti prima che arrivi, la mamma si mette le scarpe con un po' di tacco, si dà una sistemata ai capelli e si passa un po' di rossetto sulle labbra. Secondo lei è giusto che i mariti trovino una moglie in ordine quando tornano dal lavoro.
A lui piace anche ascoltare le notizie del Gazzettino Padano, così dopo i comunicati commerciali e la musichetta della Bella Gigugìn dobbiamo stare tutti in silenzio e se qualcuno si dimentica o gli scoppia la ridarola viene subito colpito dal suo sguardo d'acciaio che ammutolisce chiunque.
E comunque il papà ci vuole molto bene, a me specialmente che sono la più piccola, forse perchè quando avevo due anni quasi morivo per il morbillo e anche perchè  ha paura di non vedermi crescere visto che, quando sono nata, lui era vecchio e aveva già 44 anni.

Per fare la spesa bisogna sapere tante cose della famiglia, così non si fanno troppi errori.
Per prima cosa tutti i giorni verso le nove Nicoletta e io andiamo dal panettiere, perchè il pane potrebbe anche finire. La Pinuccia è una signora gentile e simpatica, ma ha sempre l'aria molto stanca. Alla mattina deve alzarsi prestissimo, quando fuori è ancora buio e quando il pane è pronto deve correre avanti e indietro dal retrobottega per metterlo nelle ceste. Poi ci sono i clienti da servire e tutti vogliono cose diverse. Qualche volta suo marito fa capolino dalla soglia del retrobottega e ha il viso stralunato e bianco come il grembiule che indossa.
Questo è il negozio che mi piace di più perchè dentro c'è un profumino delizioso e se mi comporto bene la Nicoletta forse mi compra una veneziana morbida con i granelli di zucchero sopra.



Vicino al panettiere c'è la tabaccheria della signora Gina, che è un po' nostra parente,anche se non ricordo bene perchè. Non entriamo spesso nel suo negozio perchè mio padre fuma delle sigarette che vengono dalla Svizzera e stanno dentro una scatola piatta di latta rossa con scritto sopra Turmac. Siamo un po' parenti anche del Bar Pasticceria Piccardi che viene subito dopo, ma questa volta so perchè. Mio cugino Giacomo ha conosciuto l'Adele Piccardi e si sono sposati, però io al matrimonio non sono andata.

D'estate il tempo è sempre bello e in paese c'è un sacco di gente che fa la spesa, quasi tutte sono donne però. Alcune signore sono anziane, vestite di scuro e hanno una sporta grande a losanghe nere e cioccolato, la Nicoletta invece ha una borsa che sembra una rete da pesca e io l'aiuto a portare i pacchetti più piccoli e leggeri.
I negozi sono uno po' di qua , un po' di là della strada principale, un po' di qua e un po' di là del ponte sul fiume  e noi entriamo in quelli in cui dobbiamo comprare qualcosa. Di là del ponte ci sono il fruttivendolo e il macellaio. Ci sarebbe anche il Beretta che vende le scarpe, ma li ci andiamo raramente.



Il negozio del fruttivendolo non è tanto grande ed è sempre pieno di cassette di frutta e verdura. Ha due porte sullo stesso lato per far circolare l'aria e mantenerlo fresco. Il fruttivendolo mi fa un po' paura perchè gli manca il setto nasale ( non so se ce l'aveva e l'ha perso, o se è nato così) e se lo guardi da sotto in su vedi un grande buco nero triangolare che sembra la cappa di un camino. Qualche volta quando sua moglie è occupata con una cliente, prende una mela dal cesto, ci sputa sopra, la lucida con la manica della camicia e poi la rimette nel cesto. A me non piace fare la spia, però a fine pranzo preferisco mangiare un altro frutto.

A dicembre il negozio diventa una ghiacciaia, perciò mettono un vetro su una delle due porte e ci ammucchiano aranci, mandarini, limoni, noci, nocciole, insomma tutta quella frutta che ci porteranno S.Lucia e Gesù Bambino a Natale. A me quest'idea piace molto perchè così il negozio ha un'aria festosa.  


Il negozio del macellaio invece è sempre triste secondo me, con tutti quei pezzi di carne appesi ai ganci. Il bancone di marmo bianco fa venir freddo solo a guardarlo e, anche se il macellaio è un tipo allegro con le guance rosse e paffute, non mi piacciono tutti quei coltelli affilati e i colpi di accetta che fanno schizzare dappertutto pezzettini di ossa.

Mia sorella Nicoletta è una ragazza molto carina, semplice e gentile a cui tutti vogliono bene, Ha un ciuffo biondo ossigenato sulla fronte, la coda di cavallo e un vitino di vespa. Le piacciono le gonne scampanate, le scarpe col tacco e le canzoni. Ah, dimenticavo... lei sa guidare la Vespa.

 

Una volta si è fidanzata con il proprietario di una drogheria, che era più vecchio di lei e non tanto bello secondo me. Lui le mandava fiori e cioccolatini ed era molto galante, ma poi si è scoperto che diceva bugie e così si sono sfidanzati. Lei ha pianto un po', ma poi è tornata allegra come sempre. Quando andiamo dal cartolaio, la commessa, che poverina ha la faccia coperta di brufoli, le chiede sempre come fa ad avere la pelle così bella, ma la Nicoletta non sa cosa rispondere, perchè la sua pelle è così di natura.




Delle volte essere carina è un po' imbarazzante in un paese piccolo. Per esempio per andare dal Bigio, che è il salumiere, bisogna passare davanti al Bar Italia che è sul lato opposto della strada. D'estate mettono dei tavolini fuori dal bar e anche se è mattina ci sono un sacco di giovanotti  che non hanno niente da fare e se vedono passare una ragazza carina lanciano fischi e fanno commenti al alta voce che a mia sorella non piacciono. Così lei mi prende per mano, allunga il passo e finge di dirmi delle cose importanti, come se niente fosse. Però dobbiamo fare molta attenzione perchè vicino a quello del Bigio, c'è un negozio che vende tinozze per il bucato, scalette, tubi di gomma per l'orto, e siccome non ha una vetrina, la merce è tutta accatastata sulla strada.Chissà che risate si farebbero quelli del bar se finissimo lunghe distese per terra !
Ma torniamo alla spesa.

Il salumiere ha sempre una matita dietro l'orecchio e, dopo aver servito i clienti, scrive dei numeri su un libretto e dice alla cassiera "segna!". La Nicoletta mi ha detto che molte famiglie  devono aspettare la paga di fine mese per saldare il conto del salumiere e così bisogna scrivere ogni giorno quello che spendono. Anche questo è un negozio che mi piace perchè è pieno di profumi che ti fanno venire l'acquolina in bocca.

 Mi piace anche quello del droghiere dove compriamo lo zucchero, la marmellata, il caffè e il cioccolato da mangiare con il pane a merenda.
Quando torniamo dalla spesa la mamma travasa il cartoccio dello zucchero in un barattolo ma ne lascia un pochino nella carta blu perchè sa che mi piace raccogliere con la lingua gli ultimi granelli.
Il negozio diventa ancor più bello quando si avvicina il Natale perchè la vetrina si riempie di zuccherini con la carta frangiata e di oggetti di cioccolato a forma di stella, di pigna, di babbo Natale tutti ricoperti di carta stagnola con un cordoncino d'oro che esce dalla testa , così da poterli appendere ai rami dell'albero di Natale. 



Ma adesso è estate ed è meglio pensare alle cose fresche e golose di questa stagione.
Per esempio vicino alla mia scuola c'è una latteria dove vendono caramelle, spumiglie, confetti e, d'estate, anche un gelato squisito. Con 30 lire puoi avere un cono di vari gusti - i miei preferiti sono crema e cioccolato - oppure un gelato-biscotto che è fatto così: la lattaia, che ha un arnese fatto come una scatoletta rettangolare di metallo senza coperchio, prima mette una cialda sul fondo, poi riempie la scatoletta di gelato, lo liscia con la paletta, ci mette sopra un'altra cialda, e infine, come per magia, zac , dalla scatoletta spunta un bel gelato biscotto!

Un'altra cosa che mi piace è l'aranciata S.Pellegrino , da bere nella bottiglietta di vetro con la cannuccia di paglia. Di solito il papà ce la compra quando la domenica pomeriggio andiamo in gita a Lecco e dopo aver passeggiato sul lungo lago, ci sediamo ai tavolini di un caffè per riposarci e rinfrescarci un po'.


 Quando facciamo la spesa, tra le cose che compriamo dal droghiere c'è l'Idrolitina che serve per fare le bollicine nell'acqua che beviamo ogni giorno a tavola. Prima bisogna far scorrere l'acqua dal rubinetto per un po' fino a quando è fresca, poi si riempie una bottiglia con il tappo a molla, si infila la polverina contenuta in una bustina e, richiuso il tappo, si agita il tutto e  lo si lascia riposare.
Attenzione a non avere troppa fretta, se no le bollicine vanno su per il naso e fanno solletico....


Non so se succede anche nelle città, ma nel mio paese quando usciamo per la spesa mi sembra che le persone grandi si conoscano tutte. Quando si incontrano si salutano ad alta voce da una parte all'altra della strada oppure si fermano a chiacchierare; tutti sanno il tuo nome, dove abiti, che mestiere fai e tante altre cose.

Anche i negozi molto spesso non hanno il nome delle cose che vendono, ma sono conosciuti con il nome, o il soprannome,del proprietario; così per esempio se ti servono le maglie di lana devi andare dal Crot, se invece hai bisogno di piatti o di scope li trovi dal Tocagnì, e i giornali ? li vende il Sifulù. Nel negozio del Gigì invece puoi comprare gli zoccoli , proprio della tua misura e del colore che vuoi. In questo negozio ci sono zoccoli di legno già pronti di varie misure e forme, piatte ma anche con il tacco per le donne; ognuno sceglie la tomaia che più gli piace . Dopo aver scelto ci si siede su uno sgabello e si guarda il Gigì che seduto al suo panchetto con tanti chiodi che gli spuntano dalla bocca, in pochi minuti e qualche colpo di martello prepara i tuoi zoccoli. Qualche buontempone gli fa delle domande mentre lavora per vedere se magari il Gigì apre la bocca per rispondere e manda giù i chiodi...




 Ci sono negozi dove andiamo raramente ma dove ci sono persone un po' strane : l'orologiaio per esempio, che vende anche gioielli, è un signore piccolo e mingherlino che tiene sempre una specie di monocolo sulla fronte e quando ti parla abbassa un po' la testa e sembra che stia guardando dentro di te con il suo monocolo. Invece nel negozio vicino, che è molto piccolo, vendono le macchine da cucire Singer e il proprietario, un omone alto e robusto, sta sempre sulla soglia, non so se per guardare la gente che passa o perchè il negozio è troppo stretto per lui. Ho sentito raccontare che si vanta dei suoi debiti. Un giorno il mio papà, che lo conosce da tanti anni, gli ha chiesto "Ma come fai a dormire tranquillo la notte se hai tanti debiti?" e lui ha risposto: " Io dormo benissimo, sono i miei creditori che perdono il sonno..."


 Infine c'è una bottega dove nessuno vorrebbe mai andare: la farmacia. Certo a nessuno piace comprare le medicine,  questo negozio però è sempre pieno di persone che parlano sottovoce; forse hanno un po' paura di quei grandi armadi scuri, alti fino al soffitto, pieni di vasi di ceramica e vetro, o forse è per l'odore di disinfettante che si sente in giro. Mia sorella Annamaria mi ha detto che la vera ragione è un'altra : qualche volta quando un cliente si avvicina alla cassa per pagare, la farmacista, una signora molto tirchia che non ama dare il resto, gli chiede ad alta voce :"E dica, dica, è stitico?". Il poveretto diventa tutto rosso e gli altri ridacchiano sotto i baffi.Per fortuna io sono piccola e non tocca a me pagare alla cassa.




Sulla strada per tornare a casa dopo la spesa c'è il chiosco dei giornali dove ci fermiamo a prendere ogni settimana il Radiocorriere per sapere i programmi della radio e Oggi che la nonna  Virginia legge volentieri alla domenica quando viene da noi a pranzo.Qualche volta compriamo anche un po' di figurine per il mio album che si chiama  Razze Umane.Parla di tanti paesi sparsi per tutto il mondo, ma alcuni non li ho mai sentiti nominare. Chissà come si sta dall'altra parte della terra... forse sono tutti a testa in giù e nemmeno se ne accorgono.

Appesi fuori dall'edicola ci sono tanti giornali e quello che mi piace di più si chiama Bolero Film. I miei genitori non mi permettono di comperarlo perchè dentro ci sono i fotoromanzi che non sono adatti alla mia età. A me però quelli non interessano. Mi piacciono tanto invece le copertine di questo giornale, perchè ci sono le fotografie delle attrici e degli attori del cinema.
Una volta  sulla copertina c'era una foto arci bella di Elisabetteilor, così ho chiesto alla mia amica Loredana di andare all'edicola a comprare il giornale per me, poi ho tolto la copertina e l'ho nascosta nella cartelletta dei fogli da disegno.Ero proprio contenta di averla, però poi al sabato  durante la confessione ho dovuto dire al don Giovanni quello che avevo fatto. Lui mi ha perdonata e mi ha detto di dire tre pateravegloria , ma soprattutto mi ha detto di non farlo più.


 Quando l'estate sta per finire si comincia a pensare alla scuola e allora nella lista della spesa ci sono libri, quaderni a righe e a quadretti, l'astuccio con la matita, la cannuccia e i pennini, e i pastelli che si consumano in fretta, tranne quelli viola e ciclamino che durano tutto l'anno.

Che bello entrare nel negozio della Clelia ! Ci sono non solo tutte le cose per la scuola, ma anche i giocattoli , così si può incominciare a pensare cosa scrivere nella letterina per Santa Lucia: e poi ci sono i libri che mi piacciono tanto, quelli con i bambini disegnati da Mariapia :





Quando arriva l'inverno non posso più andare a far la spesa con mia sorella Nico perchè devo andare a scuola, ma qualche volta mi capita di restare a letto con l'influenza per qualche giorno. Allora lei torna dalla spesa con uno dei miei libri preferiti e le caramelle senza carta a forma di spicchio di arancio e limone per curare il mal di gola.
Qualche volta è bello anche essere ammalati!










domenica 2 agosto 2015

Vacanze d'antan -Spagna 1985

"E' un posto bellissimo" ci aveva detto la nostra amica Sandra "mia sorella ci va con il camper da qualche anno e ne è entusiasta."
Dopo tante vacanze nel sud dell'Italia, era arrivato il momento di cambiare rotta e, visto che si era deciso di andare in Spagna, ci pareva saggio farci guidare dall'esperienza di chi ci aveva preceduto.

Il posto bellissimo di cui ci aveva parlato Sandra si chiamava, e si chiama, La Manga del Mar Menor a Mursia. La Manga è una lingua di terra stretta e lunga che partendo da Cabo de Palos e dirigendosi verso nord chiude un ampio golfo dividendo il Mar Mediterraneo dal Mar Menor.




Negli anni '80 non era ancora la rinomata stazione turistica di oggi, ma già si intravvedevano i segni di quello che sarebbe stata "da grande", alberghi, palazzoni con appartementi da affittare, agenzie turistiche, negozi di souvenir e cosi via.
 
La Manga oggi


Perfino il campeggio che ci avrebbe ospitato era stato progettato con cura e lungimiranza: tutte le piazzole, percelas come le chiamavano, avevano forme regolari, erano dotate di recinzioni , di luce e acqua corrente, disposte lungo viali alberati ben curati, insomma, sembrava proprio "un posto bellissimo."

E il mare? Bella domanda... ci volle del tempo per scoprirlo perchè il campeggio era così grande che dalla piazzola il mare non si vedeva proprio e bisognava camminare, camminare e camminare per raggiungerlo. Una volta trovato, non era male, calmo, pulito, poco profondo, ma assolutamente inadatto all'uso del gommone che ci eravamo portati da casa. L'acqua era troppo bassa e per poter calare il motore bisognava spingerlo al largo per chilometri.
Dopo qualche giorno ci sentivamo in trappola... nè c'era la possibilità di trovare alternative . Cartagena era l'unica città nelle vicinanze e bastavano un paio d'ore per visitarla.





Bisognava assolutamente trovare una via d'uscita. Non ricordo chi ebbe per primo l'dea, quel che è certo è che fu approvata all'unanimità.
Chiusa baracca e burattini, lasciammo la roulotte a rilassarsi all'ombra dei pini e, dimenticati i 1.684 chilometri percorsi per arrivare lì, ce ne andammo dritti all'agenzia turistica più vicina a prenotare il tour dell'Andalusia. 


 

Credo che quello sia stato uno dei viaggi più belli che mi sia capitato di fare o forse, come per tutti gli altri, è soltanto il ricordo a renderlo tale.
Quell'anno avevamo incominciato ad usare per le foto pellicole per diapositive che ho conservato con cura. I ragazzi mi hanno regalato recentemente un apparecchio per la conversione delle immagini sul pc; purtroppo non sono ancora in grado di miscelare correttamente i colori primari, troppo blu, troppo rosso,troppo verde... un disastro , così per ricordare qui quella vacanza devo attingere a foto dal web e ai miei appunti di viaggio.

9 agosto 1985
"Partenza da Roquetas de Mar alle 6.30 verso Granada, attraverso la Valle degli Aranci, dove scorre il fiume Andarax, e il singolare deserto di Almerìa, per raggiungere Purullena, un villaggio caratteristico situato nella valle del Guadiz.
Dopo l'arrivo a Granada, visita al complesso dell'Alhambra, dei giardini del Generalife e della cappella Reale. Di seguito tempo libero per lo shopping o per una passeggiata."











 






 
 10 agosto 1985

"Dopo la colazione partenza da Granada per Jaén, attraverso estesi uliveti. Visitata la cattedrale, si prosegue per Cordoba,capitale del più importante califfato arabo in Spagna.
Nel pomeriggio visita alla moschea, alla cattedrale con lo splendido coro e al pittoresco quartiere ebreo."


 




 









11 agosto 1985

"Attraverso le fertili campagne di Cordoba si arriva a Sevilla, capitale dell'Andalusia verso mezzogiorno. Dopo pranzo visita della Cattedrale, una delle più importanti del mondo, il Palazzo Mudejar e il quartiere Santa Cruz.
Dopo cena spettacolo di flamenco in un locale caratteristico." 




 















12 agosto 1985
" Dopo la colazione lasciamo Sivilla verso Jérez de la Frontera , dove visitiamo una bodega, una cantina dove si produce il famoso "sherry" di Jérez.
Ci spostiamo poi verso sud e visitiamo la città di Cadiz"



 





13 agosto 1985
"Dopo una breve sosta a Gibilterra, giusto per vedere il profilo della costa africana al di là del mare,procediamo per Marbella per salire poi nell'entroterra alla pittoresca città di Ronda.
Di nuovo sulla Costa del Sol attraversiamo Malaga in festa e rientriamo  a Roquetas de Mar dove pernotteremo."
























Il 14 agosto il nostro viaggio era finito ed era tempo di tornare dalla nostra roulotte che ci aveva aspettato pazientemente nel campeggio di La Manga.
A conti fatti il mare l'avevamo goduto davvero poco, ma grazie alla  meta scelta "sulla fiducia", ci eravamo trovati a due passi da una regione, l'Andalusia, ricca di storia, di architettura, di cultura e di tradizioni che era valso davvero la pena di vedere sia pure superficialmente.